Le persone al centro di un progetto di crescita industriale e sociale, condotto da una donna dotata di profondità di pensiero e visione: così SAPA è diventata esempio positivo di sviluppo sostenibile.
Tutti siamo stati cavalieri una volta nella vita.
Anche solo un pomeriggio, anche solo per un’ora.
Ognuno di noi ha impugnato una spada di legno e un cartone a forma di scudo per combattere. Draghi, re, mostri dell’immaginazione, l’importante era avere un cavallo e sconfiggere i nemici. Te lo ricordi?
Ricordo che, in casa nostra, c’era un attaccapanni pieno di grucce appese e vestiti, vecchi cappelli. Col manico della scopa li abbattevo, uno a uno, e pensavo fosse semplice, che bastasse un po’ di coraggio, un senso di giustizia forte e molta fantasia.
Se ci pensi, sono sempre questi gli aspetti ai quali si associa la figura del cavaliere.
Mia madre, senza lamentarsi raccoglieva uno ad uno gli indumenti caduti a terra e li rimetteva al suo posto perché io potessi ricominciare. Pensavo non capisse il mio gioco, del resto era una mamma.
Qualche giorno fa ho ripensato a quell’episodio e ne ho sorriso per quanto mi sbagliassi.
Ora ti racconto perché.
Domani per SAPA e per la mia famiglia sarà una di quelle giornate davvero indimenticabili, di quelle che non serve segnare sul calendario perché tanto sai che non te la puoi scordare.
Non come gli anniversari, ma come quei giorni irripetibili e unici in una vita.
A Roma si terrà la Cerimonia che nomina 25 nuovi Cavalieri del Lavoro.
Si tratta di un riconoscimento di altissimo valore che, di anno in anno, pone l’attenzione su imprenditori virtuosi sia a livello professionale che dal punto di vista umano.
Tra i nomi del calibro di Barilla, Lavazza, Maioli, Regina sono cinque le donne che hanno ottenuto la benemerenza, tra loro mia madre. Rosanna De Lucia.
Se qualcuno allora mi avesse detto che sarebbe diventata mia madre il cavaliere della famiglia, sicuro non ci avrei creduto.
Con gli occhi di un bambino non potevo di certo vedere quanto di straordinario ci fosse in quello che per me era il suo lavoro ordinario.
Da sempre vicino a mio padre, hanno avviato insieme l’azienda nel 1975 che in pochissimo tempo passa dall’essere un’impresa artigianale nel settore dello stampaggio a SAPA SpA, una realtà industriale consolidata e in crescita, leader del mercato della componentistica in plastica per l’automotive con 10 stabilimenti in Italia e in Europa, oltre 1700 dipendenti e 250 milioni di fatturato.
Donna, moglie, madre, dal 2010 è lei la presidente di SAPA. Proprio in questi anni SAPA ha raccolto i frutti di questo impegno e di questa devozione, ottenendo importanti riconoscimenti a livello mondiale: nel 2017 viene premiata con l’Innovation Award, insieme a Ford, al SPE Automotive TPO Conference 2017 a Detroit; nel 2018 presenta in anteprima mondiale all’IZB il suo rivoluzionario e brevettato Metodo One-Shot®, il metodo più veloce al mondo per realizzare componenti auto.
Lei è la prima a farsi promotrice di questa crescita, occupandosi in prima persona delle nuove assunzioni, assicurando la collaborazione fra i vari enti aziendali, promuovendo la formazione continua del personale come base fondante dell’azienda.
Da lei abbiamo imparato l’attenzione alle persone, primi fra tutti i dipendenti: nell’ambiente di lavoro, ma anche attraverso la promozione di iniziative educative e culturali, come i buoni per i volumi scolastici indirizzati ai loro figli, la collaborazione con il FAI che offre la possibilità di accedere a visite di interesse culturale gratuite.
Il territorio, la ricerca, lo studio e l’educazione come pilastri fondamentali. In quest’ottica nasce il “Premio Angelo Affinita” che valorizza l’impegno dei giovani nello studio e la ricerca.
Mio padre diceva sempre: “è l’uomo a fare la differenza”.
Ed è con queste parole che ogni giorno rileggo l’impegno di mia madre Dora.
Nel 2010 abbiamo infatti inaugurato la Fondazione Angelo Affinita, impegnata nel sostegno all’infanzia, nella formazione umana e professionale, nella ricerca e nella creazione di nuove risorse attraverso il lavoro sociale.
La Fondazione Angelo Affinita Onlus non è che il proseguimento di un impegno sociale che già dal 2003, assieme a mio padre, hanno portato avanti in diverse parti del mondo come la Casa do Menor in Brasile che ha sottratto dalla strada più di 15.000 bambini.
Oggi, in quel gesto costante, silenzioso e sorridente di raccogliere da terra i vestiti che con la mia spada di legno facevo cadere, lì vedo l’essenza di un cavaliere.
Mettere al centro l’uomo è sicuramente la battaglia più avventurosa e la sfida più impegnativa per un’azienda, soprattutto se in continua crescita.
Questo riconoscimento così importante ci ricorda, ancora una volta, che vale la pena proseguire in questa direzione.
A presto.
Giovanni Affinita,
Executive Director e membro del Consiglio di Amministrazione di SAPA
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